
In tutte le classifiche sull’efficienza di qualunque cosa pubblica l’Italia si piazza, allegramente e nell’indifferenza generale, fra il 150esimo e il 175esimo posto su 220 paesi nel mondo. Eppure gli abitanti delle aree italiche, nella loro stragrande maggioranza e saggezza, vorrebbero affidare ancora di più la gestione della propria intera esistenza prorpio a q u e s t i apparati pubblici, non a una chimerica costellazione hegeliana di pubblici funzionari dotati di eticità in sé e per sé.
L’amore per lo Stato del popolino è molto più cieco di quello dei clericali per la Chiesa, dei comunisti per il socialismo, dei virologi per il lockdown. Lo Stato appare loro come la ragione universale applicata al problema dell’ordine nelle convivenze umane e le burocrazie sono illuminate e per definizione incorruttibili. Se questo cozza con la realtà, vuol dire che non era vero Stato, occorre comunque religiosamente volerne e ottenerne sempre di più. (MARCO BASSANI)