Il 9 marzo del 1776 Adam Smith, economista e filosofo scozzese, pubblicava “La ricchezza delle nazioni”. Questo testo è la chiave di lettura dell’economia di mercato ed il caposaldo della cultura liberista. Questo libro è un mosaico che possiede un’attualità spaventosa anche nella modernità. Seppur non preciso come il “Trattato di economia politica” di Jean -Baptiste Say, lo scritto delinea la personalità dell’imprenditore…del capitalista, la figura più sfruttata, misconosciuta e discriminata nell’attuale continente europeo dalle logiche corporative, intellettuali, parassitarie e stataliste. Se nella logica di Say l’imprenditore è colui che organizza con sagacia i fattori produttivi, in Smith l’imprenditore è l’Undertaker, colui che è capace di assumersi il rischio e la responsabilità di portare a termine una missione. Smith e Say rappresentano nella modernità un faro di luce e di speranza. In questi tempi decadenti, in cui lo statalismo ci priva delle nostre libertà individuali ed economiche, in cui i ciarlatani oziosi dominano, in cui l’apparenza e l’inganno regnano nelle logiche morali, i due economisti sono la valida alternativa per capire che la reale libertà, intesa come fondamento della Civiltà, è la libertà economica. Per far questo è necessario contestare qualsiasi pianificazione statale ed il regime delle imposte. È da sempre il sogno dello Stato spezzare la Mano invisibile del mercato. Ma quest’ultimo vince sempre, sfidando il destino ed ogni sedimentazione culturale!
Le nostre ragioni
by Adalberto Ravazzani
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Questa rubrica curata da Adalberto Ravazzani raccoglie le “nostre” ragioni. Le ragioni libertarie e liberali che si ispirano ai principi di un liberalismo allargato che mette al centro l’individuo e considera inviolabile la sua libertà.