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Cade l’occhio

Cade l’occhio

A Roma la preside di un liceo, in attesa dei banchi, ha invitato le studentesse a non vestire con le gonne corte perché altrimenti ai professori “cade l’occhio”.
Premetto che secondo me non è consono andare a scuola in minigonna o shorts inguinali perché non è il luogo adatto, come sul lavoro, ma la motivazione NON dovrebbe essere perché a un professore “cade l’occhio”. Se la motivazione fosse stato il dresscode avrebbe avuto anche senso, ma il “cade l’occhio” proprio NO, perché l’abito diventa l’abili di un professore che non sa trattenersi dall’eccitarsi alla vista di un paio di cosce di una 15enne.
Queste uscite che colpevolizzano le ragazze rendono più difficile spiegare loro che esiste un outfit in base al singolo contesto: al lavoro o a scuola/università si va vestite in un certo modo, diverso da come si va in discoteca e con gli amici.

Se poi parliamo di buon gusto ed eleganza, prima di giudicare ragazzine adolescenti, che dire di donne di 45/50 e oltre, addobbate come giostrare in minigonne e shorts ancora più corti di quelle delle loro figlie?

Controcorrente

by Elisabetta Scarpelli

Lo Stato produce statalismo

Immaginiamo di creare un nuovo apparato X con il compito di occuparsi del problema X. 

Allochiamo un budget, delle risorse, un certo numero di impiegati, stabiliamo obiettivi e norme e regole su come deve operare, etc..

Quale è l’esito che ci segnalerà l’apparato X più probabilmente dopo un anno?

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Sono cinestetica, dismorfofobica, sociopatica, psico labile, astigmatica e a tratti ossessivo compulsiva.

Elisabetta Scarpelli

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