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Cedere sovranità territoriale non è una buona idea. Un caso emblematico: Pantelleria, intervento conservativo a cala Gadir.

Cedere sovranità territoriale non è una buona idea. Un caso emblematico: Pantelleria, intervento conservativo a cala Gadir.

Cedere sovranità territoriale non è una buona idea. Un caso emblematico: Pantelleria, intervento conservativo a cala Gadir.

Così, è come appare oggi la zona turistica delle acque calde di Gadir. Una cava di pietre.

Per chi non conosce Pantelleria, Gadir è una splendida località termale in una cala sulla costa nord-est dell’isola, un posto così bello che Giorgio Armani ne ha fatto la sua residenza estiva.

Sotto le macerie fino a ieri c’erano vasche di acqua calda di diversa temperatura usate da sempre dai residenti e dai turisti. I miei antenati panteschi andavano nelle vasche a curare l’artrosi. Io stesso periodicamente andavo a Gadir a godere di un bagno caldo in pieno inverno.

Il modo quantomeno dubbio con cui è stato gestito l’intervento in un sito termale turistico così importante ha sollevato le critiche mie e di molti cittadini che hanno chiesto spiegazioni sull’accaduto e rassicurazioni sui tempi di ripristino del sito.

Questa è stata la prima risposta del sindaco Vincenzo Campo in una chat dove partecipano molti cittadini:

Il progetto è del 2016 ed è legato al costone del lago. Cmq la zona sarà bonificata e ripulita. A gadir di scempi ne sono stati fatti tantissimi basta solo fermarsi allo scalo per chi si ricorda come era negli anni 80 o forse prima. Il fine dell’intervento è mettere in sicurezza il luogo considerato dall’autorità di bacino ad alto rischio (R4). Alla redazione del progetto hanno partecipato geologi, ingegneri geotecnici e professionisti del settore. A Massimo frequentatore di gadir chiedo come mai pietre anzi veri e propri “mazzacani” finiscono nella vasca grande ma anche in quelle piccole, alcune rimosse prima della stagione? Non penso cadono dal cielo.

Aspettiamo la fine dei lavori e tiriamo le conclusioni.

V. Campo

Devo dire che la risposta ha sollevato qualche interrogativo, in particolare, da ingegnere, mi è sembrato molto strano che geologi, ingegneri, geotecnici e professionisti del settore abbiano previsto un utilizzo di esplosivo così violento in un sito termale, in cui vige un equilibrio geologico molto delicato. Un intervento del genere infatti è probabile che abbia conseguenze sulle falde acquifere termali. Le vasche hanno diversa temperatura e basta poco per modificarne l’equilibrio. Sono noti casi di interventi umani che hanno danneggiato altri siti con manifestazioni di vulcanesimo secondario con emissione di vapore acqueo, come ad esempio le stufe di Kazen, oggi non più funzionanti.

Se si vogliono preservare siti con manifestazioni termali di importante rilievo turistico non si dovrebbe infatti usare esplosivo. Inoltre la conformazione scogliera immediatamente sopra le vasche, caratterizzata da massi già crollati dal costone sovrastante in quota – massi di grosse dimensioni e che avevano trovato un assetto estremamente stabile -, non era tale da giustificare un intervento così radicale. Bastava consolidare il costone sovrastante e rimuovere qualche masso pericolante, o bloccarlo con reti di acciaio o aumentarne la stabilità, se il caso, con l’utilizzo di cemento, ma certamente non si doveva far saltare e spianare la costa. Peraltro con costi e tempi difficilmente quantificabili a priori solo per rimuovere le macerie e ribonificare il sito.

A tali richieste il sindaco ha così risposto:

Ingegnere probabilmente ha dati tecnici che non hanno chi ci ha lavorato sul progetto. Studi di instabilità e altro. Forse sarebbe il caso di leggere le carte, gli studi e quello che ne consegue. Lo dico da non addetto ai lavori e che per altre attività dove invece ci capisco qlcsa prima di sputare sentenze chiedo lumi e mi documento…

Al che ho rassicurato il sindaco che avrei letto le carte non senza essermi stupito della sua risposta. Ho infatti scritto:

Mi sorprende che lei consideri questo scempio un lavoro ben fatto e le motivate critiche mie e di molti cittadini uno “sputare sentenze” . Al suo posto mi attiverei per individuare le responsabilità e dare garanzie per un veloce ripristino dell’area invece di difendere l’indifendibile.

A cui il sindaco ha così replicato:

Aspettiamo la sua indagine. Io aspetto che bonificano la zona e se ci saranno responsabilità che lei da per certo allora saranno perseguite. Il lavoro non è finito.

Nella giornata di ieri poi su Pantelleria News è arrivata una nota del Presidente del Parco volta a sottolineare la necessità dell’intervento e rassicurare i cittadini sulla regolarità delle operazioni e sul ripristino funzionale di Cala Gadir. 

Nella nota sorprende il tono un po’ rassicurante, paternalistico e al contempo vagamente intimidatorio del presidente quando dice che “Andrà tutto bene. Quando si realizzano degli interventi si giudica alla fine! Certamente l’impatto del video sull’area fa spavento, ma guardiamo con gli occhi del futuro: sarà un bel lavoro di messa in sicurezza e di ripristino in una delle zone più significative dal punto di vista naturalistico” o che “non si può continuare a fare un cattivo uso delle parole, e a sproposito, rispetto a ciò che vediamo senza conoscere l’effettiva realtà della situazione”.

Con questo breve articolo pertanto vorrei anche dare il promesso riscontro al sindaco e porre da cittadino qualche ulteriore domanda.

Ebbene sì, mi sono letto le carte che sono pubbliche e accessibili a tutti al link sotto riportato. Ci ho messo meno di un giorno.

https://appalti.ucomidrogeosicilia.it/imprese/sourcing/pleiade/?pagina=trattativa_partecipa&idT=1239&backPage=cGFnaW5hJTNEZGlzcGF0Y2hlciUyNnVybCUzRCUyRmltcHJlc2UlMkZzb3VyY2luZyUyRg%3D%3D&hmac=ca2682d4bb083b043118ebb8dff945fd

Devo dire che si tratta di un progetto ben fatto dal punto di vista ingegneristico che mi ha soddisfatto e confermato le mie aspettative sull’intervento che si sarebbe dovuto fare.

A questo punto però mi chiedo se il sindaco si sia letto le carte. E vorrei rassicurarlo, nonostante i diagrammi e i calcoli specialistici, il progetto è estremamente chiaro sul tipo di intervento da compiere a Gadir, spiegato in più parti del progetto in linguaggio semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori, come si evince dall’allegato sotto riportato

Perché sia chiaro a tutti ho evidenziato la parte dove è indicato esplicitamente che non si sarebbero dovuti utilizzare esplosivi. Inoltre una figura mostra addirittura i massi che si sarebbero dovuti ridimensionare per facilitarne l’asporto con mezzi esclusivamente meccanici.

Mi sembra evidente che il lavoro svolto non è assolutamente in linea con il progetto. Non c’è bisogno di alcuna indagine per verificarlo. Non è un problema di progetto, è un problema di realizzazione.

A questo punto però chiedo al sindaco e al presidente del parco: come sia possibile, che sapendo che non si potevano utilizzare esplosivi la prima reazione alle rimostranze dei cittadini sia stata quella di rassicurarli (andrà tutto bene, aspettiamo la fine dei lavori) e di rimproverarli (“sputare sentenze”, parlare senza conoscere le carte, “fare un cattivo uso delle parole, e a sproposito, rispetto a ciò che vediamo senza conoscere l’effettiva realtà della situazione.”) invece di fare il loro lavoro, ovvero verificare se gli interventi fossero conformi al progetto, in caso di difformità verificare le eventuali responsabilità e impegnarsi sui tempi di ripristino del sito. O forse non conoscevano i contenuti del progetto? Quale delle due sia meno rassicurante lo lascio decidere a chi legge.

Inoltre vorrei porre un’ulteriore domanda. Il 17/3/2021 il Capo del Circondario Marittimo e Comandante del Porto di Pantelleria ha emesso una ordinanza per “INTERDIZIONE SPECCHIO ACQUEO E PORZIONE DI DEMANIO MARITTIMO PER ATTIVITA’ DI ABBATTIMENTO DI MASSE ROCCIOSE PERICOLANTI SITE IN LOCALITA’ CALA GADIR CON UTILIZZO DI MATERIALE ESPLOSIVO”. Vorrei cortesemente chiedere su quali basi è stata emessa questa ordinanza visto i contenuti del progetto.

Oggi si discute per sottrarre ai cittadini di Pantelleria altri pezzi di sovranità sul territorio, con la creazione – oltre al parco nazionale già istituito – di un’Area Marina Protetta, per affidarli a organismi di controllo e gestione centrali e burocratizzati, mi domando se è il modo migliore di preservare e tutelare il territorio dell’isola e gli interessi dei panteschi che hanno invece bisogno di amministratori sul territorio che conoscono le cose da fare e che possono essere controllati dai cittadini e sollecitati a dare puntuali e rapide risposte.

Enemy of the State

by Aurelio Mustacciuoli & friends

Questa rubrica raccoglie voci critiche all’espansione statale e alla progressiva sempre maggiore invadenza nelle nostre vite con conseguente restrizioni dei diritti diritti e delle libertà. La rubrica si ispira alla figura del filosofo Murray Newton Rothbard, the “Enemy of the State” per eccellenza.

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About The Author

Aurelio Mustacciuoli

Aurelio Mustacciuoli: ingegnere, imprenditore, pilota. Ha scritto il libro "La Teoria della Forza Guardiana", studioso di liberalismo e della Scuola Austriaca di Economia. Ha fondato l’associazione "Italian Civil Liberties Union" e il blog "The Liberty Plus" su cui cura la rubrica "Enemy of the State"

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