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Dignità e libertà

Dignità e libertà

Premetto che una donna intelligente sa farsi rispettare, qualunque sia la sua posizione e il suo ruolo. Tira dritto per la sua strada e non si fa condizionare nè tantomeno scalfire dal giudizio degli altri. Incenso o infamia non ledono la donna libera e convinta della propria Libertà.
Però mi preme sottolineare al riguardo sempre la solita ipocrisia e incongruenza che appartengono a tanti/e di voi.
Ultimo esempio di una lunga serie, lo abbiamo appena visto:
ieri tante belle parole spese per Kamala Harris, prima donna a diventare vicepresidente degli Stati Uniti.
Nel frattempo sulla Rai, Alan Friedman definisce Melania Trump “una escort”, e nessuno obietta.
Il rispetto per le donne non può dipendere dal colore politico, mai.
E l’indignazione non può essere a targhe alterne.
Mai e in nessun contesto.
Perché vedete, quando c’è da attaccare una donna o quand’anche il bersaglio sia il marito/compagno/fidanzato/ amante come nel caso di Trump (ma anche di Macron o Berlusconi o Renzi o chicchessia), che la donna si chiami Melania Trump o Brigitte Macron o Kamala Harris o Maria Elena Boschi o Veronica Lario o Lilli Gruber o Mara Carfagna o Laura Boldrini, o Maria Rosa Rossi o Emma Marrone o Lucia Azzolina o Agnese Renzi o l’ultima sconosciuta su un social qualsiasi o vostra moglie/madre/figlia/sorella/fidanzata/amante, le truppe degli omuncoli e purtroppo spesso delle stesse donne, (pensando così di apparire moralmente superiori o politically incorrect per ingraziarsi gli omuncoli di cui sopra), si scatenano con squallidi repertori di insulti a sfondo sessuale e dileggi sulla persona ( escort, zoccola, troia, rifatta, trans, vecchia, menopausata e altri epiteti denigranti e pesantemente offensivi).
Sono le stesse anime belle che diventano, a seconda del colore politico del bersaglio, ora dileggiatori, ora indignati.

Care anime belle, lasciatemelo
dire, chiunque abbia un espresso in passato solidarietà a ogni donna oltraggiata e insultata può indignarsi per l’insulto gratuito a Melania Trump.
Voialtri/e che scoprite il sessismo solo ora e per convenienza politica, mi spiace, ma siete fuori tempo massimo.

Controcorrente

by Elisabetta Scarpelli

I PERICOLI DELLA LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE

Quando sentite dire che la disinformazione è un pericolo per la democrazia pensate a questo: che spesso la fanno le istituzioni, i principali partiti, i media mainstream.

Con il Russiagate è andata proprio così: le informazioni false del Dossier Steele, quelle su Alpha Bank, le scorrettezze nelle richieste FISA e tutto il resto sono stati opera congiunta in vario modo dell’opera della Campagna Clinton, dell’FBI, dei media mainstream, del Partito Democratico, etc..

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Sono cinestetica, dismorfofobica, sociopatica, psico labile, astigmatica e a tratti ossessivo compulsiva.

Elisabetta Scarpelli

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