
È così che muore la libertà di espressione.

Queste sono alcune delle linee guida di Instagram in termini di contenuti sessuali.
È solo un esempio.
Poi ci sono quelle sull’istigazione alla violenza e all’odio, quelle sui contenuti sconvenienti, etc.
A stretto rigore, solo per le “allusioni o dichiarazioni allusive” di tipo sessuale, il 95% dei contenuti instagram dovrebbe essere censurato. Lo stesso dicasi per le altre piattaforme.
Il problema con linee guida così generiche è che lasciano totale discrezionalità circa cosa censurare. La linea di demarcazione tra cosa può essere pubbicato e cosa no è diventata talmente evanescente che tutto è soggetto all’ arbitrio sostanzialmente inappellabile di algoritmi esotici o di chi ci sta dietro e, alla fine, dei poteri politici o istituzionali che vogliono usare i social per propri fini, attraverso un do ut des che prevede quasi sempre condizioni o legislazione favorevoli.
Se poi aggiungiamo:
- un sistema di gestione del contenzioso del tutto opaco non gestito da un soggetto terzo indipendente;
- procedure che non prevedono alcun risarcimento del danno in caso di censura incongrua e che non sanzionano chi fa segnalazioni prive di fondamento,..
è così che muore la libertà di espressione.