Oggi mi è capitato di osservare la seguente immagine.
Senza scendere troppo nel dettaglio, è una farsa. Digitalizzazione? Senza tagli consistenti alla burocrazia statale è un processo futile trasferire su computer informazioni ora su carta. Se non si snelliscono i meccanismi burocratici tale passaggio è la solita baracconata italiana. Ah, e questo implica licenziamenti di personale. Polticamente suicida. Transizione ecologista? Andare dietro alle idiozie green non significa aumentare la sostenibilità energetica, anzi proprio il contrario. I soldi serivranno per una burocrazia aumentata invece e tanti cari saluti ulteriori alla digitalizzazione. Infrastrutture? Ormai in tutta Italia le strade sono alla stregua di quelle afghane, ma almeno lì hanno la scusa visto che sono stati bombardati. Ci aggiungiamo anche il dissesto idrogeologico? Siamo ben oltre la cifra ridicola stanziata. Istruzione? Dobbiamo pur trovare qualcosa alla masnada di precari che affolla il settore scolastico… È così che si crea consenso, è attraverso le misere regalie statali che si cede volentieri la libertà. Essere smidollati è lo scambio che si chiede per uno stipendio da Burundi. Controllate l’inflation calculator, non i numeri sulla busta paga. Parità di genere? Si vuole aumentare il reddito delle donne. “Vuolsi così colà dove si puote e più non dimandare”, mi viene da dire visto che questa idiozia economica non ha né capo né coda. Salute? Ma non veniva prima di tutto? Grasse Risate!
È una finestra rotta: la distruzione deliberata da parte del governo italiano, in particolare, del tessuto economico che viene utilizzata come scusa per accedere ad una serie di fondi per ricreare quello stesso tessuto distrutto. Il problema che così facendo si sobbarca la società di un debito non necessario che dovrà essere ripagato. Chi vi dice che gli interessi sono bassi è un ignorante economico: il problema è il prestito in sé che esige un carico fiacale maggiorato per essere ripagato, e questo a sua volta vuol dire doppio smacco per il tessuto produttivo. L’effetto moltiplicatore è uno specchietto per le allodole, poiché non si presta attenzione alla misallocation delle risorse scarse. Sollievo nel breve termine, dolore economico maggiorato nel medio/lungo termine. Durante la carestia ucraina del secolo scorso (Holodomor) i genitori arrivarono a mangiare i propri figli per disperazione, oggi, avallando le porcherie dello stato italiano e credendo ai miracoli di piani economici centralizzati, la storia si ripete.
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Accademico della Scuola Austriaca d’economia, blogger, scrittore, studioso di liberalismo. E’ stato varie volte relatore in conferenze e ospite in trasmissioni radiofoniche. Nel 2012 partecipa alla fondazione dell’Associazione Von Mises Italia di cui è responsabile editoriale. Dal 2018 è community manager per il progetto Melis Wallet e nello stesso anno è entrato a far parte del Comitato Scientifico della Bcademy.