
I maghi del garage – by Francesco Tedeschi

“I Maghi del Garage” è una trasmissione inglese in cui c’è un tizio che si è comprato una macchina figa un po’ malandata da rimettere a posto, poi ha avuto qualche grossa sfiga nella vita (non come essere tifosi dell’Inda, ma quasi) e non è riuscito a sistemarla. I parenti chiamano di nascosto sti 2 meccanici, gli portano via la macchina, gliela rimettono a nuovo a sua insaputa, poi gliela fanno rivedere, lui piange, i figli piangono, la moglie piange, il tutto aggratise.
Di norma sono vetture rare ma non di valore assurdo, ma oggi, cavoli, nientemeno che una fottuta Lamborghini Espada.
La Lamborghini Espada, prodotta dal 68 al 78, per chi non lo sapesse, è stata il primo mezzo a 4 posti della casa bolognese: pur essendo alta solo 1 metro e 20 può ospitare 4 persone, in un involucro elegante e modernissimo persino visto con gli occhi di oggi.
Se venissero smussati un po’ di angoli, potrebbe essere venduta ancora oggi, con quel cofano rispetterebbe persino le norme antiurto che impongono di non uccidere sul colpo il pedone investito, che invece deve agonizzare 18 ore in un pronto soccorso di un ospedale pubblico.
E si venderebbe, addavdai se si venderebbe.
E invece fanno i SUVVI, la Lamborghini Ursus (direttamente da Ursus contro Maciste), la Ferrari Purosangue (che devono pagare la marchetta al TG5 per dire che si chiama Purosangue per significare che ha tutto il DNA della Ferrari, e non, chessò, di un autista di autobus delle valli bergamasche).
No, i SUVVI non saranno mai in linea con le auto sportive di cui ereditano le palle sul blasone. Una mucca potrà correre veloce (nelle corride i tori, come quello dello scudetto della Lamborghini, non vanno mica piano) ma non sarà mai un cavallo, men che meno un purosangue. Dice che li richiede il mercato. Niente di più falso, sono le case che sanno offrire solo quello al mercato.
I SUVVI servono solo ad andare incontro ad arricchiti con tanti soldi e tanto poco buon gusto (per non parlare della ben nota sindrome). Sicuramente sono redditizi. Non faccio l’ingenuo, la redditività è la cosa più importante. Ma esiste una redditività di breve periodo e una redditività di lungo periodo. Un marchio, una volta svalutato, non lo rivaluti più. E i SUVVI li svalutano i marchi, addavdai se li svalutano.
Perchè si da troppa importanza alla redditività di breve periodo e troppo poca alla redditività di lungo periodo?
Perchè, e qui tocca suonare sempre la stessa canzone, un po’ come Venditti, viviamo nel mondo dell’inflazione e delle bolle gonfiate dallo stampaggio di denaro. I monager vengono valutati sul prezzo delle azioni sul trimestre, poi cambiano marchio e settore, dalle auto passano alle pizze bio in farina di insetti, che salvano così tanto il pianeta. Sapete cosa gli cambia del destino della redditività di lungo periodo di un’azienda da cui andranno via tra 3 mesi.
Lo stampaggio di denaro continua, altri milioni di famiglie scivoleranno dalla classe media alla classe povera e qualche migliaio di nuovi fortunati con soldi da buttare letteralmente via si creerà.
Visto che suoniamo sempre la stessa canzone, il ritornello è sempre quello, no non “Grazie Roma” e nemmeno “Ci vorrebbe un amico”. Il ritornello è bada alla tua di redditività di lungo periodo, e metti da parte l’unica moneta che non è stampabile a piacere.
Metti da parte oro e bitcoin. E capace che fra qualche anno vai in giro con una bella Espada color oro. Ci sono persone di buon gusto, poche ma ci sono, che la utilizzano ancora oggi come vettura di tutti i giorni. Il buon gusto non si compra, la libertà dall’inflazione per fortuna si compra. Ancora per poco, ma si compra.