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La critica cinematografica secondo me

La critica cinematografica secondo me

Allora per me non c’è nessun problema, e l’unica discriminante è se alla fine il film o la serie saranno belli o brutti. Un’infinità di attori di un colore ha interpretato ruoli in cui faceva personaggi che nella realtà avevano la pelle di un altro colore.

A me danno fastidio le operazioni commerciali o ideologiche stupide che ammiccano, per marketing o per ideologia, a un certo tipo di discorsi progressisti che vanno per la maggiore e poi producono film e serie brutti. Tutto ciò che produce film e serie belli va bene. Progressista, conservatore, reazioario, va bene.

Poi possono mettere donne al posto di uomini e uomini al posto di donne, bianchi al posto di neri e neri al posto di bianchi, ma anche sostituire tutti con dei macachi, o rifare i film più famosi della storia con delle castagne al posto degli attori..

Se il risultato è bello, intrigante, affascinate, coinvolgente, divertente, graffiante, profondo, intenso, commuovente, quel che volete voi, va benissimo.

Se è brutto, insulso, insignificante, inutile, non mi interesa quale splendida o orribile idea di giustizia sociale, di genere, etnica, tribale, collettiva, di sinistra, di destra, atea, religiosa, stavate cercando di esprimere, era meglio non farlo, punto.

Tutti gli altri discorsi che vanno per la maggiore oggi, li rifiuto in blocco.

Per me un film è e sarà sempre una storia, un’opera di fantasia, una creazione artistica, una narrazione ideata da soggettisti, sceneggiatori e registi in primis, e in quanto tale sarà frutto di scelte arbitrarie. Sarà sempre una storia che va così, ma poteva andare in infiniti altri modi. Sarà sempre una storia che si colloca fra infinite altre storie raccontate e da raccontare. E non dovrà mai spiegare ad ogni istante le sue scelte di fronte ad alcun tribunale ideologico, ad alcuna teoria sulla giustizia sociale, o ad alcuna moralità bacchettona in un senso o in un altro.

Ogni creazione artistica ha per statuto e base di partenza la massima libertà, non deve ne rispettare ne non rispettare alcun canone, può fare o non fare tutto quel che vuole. Sarò ignorante, ma l’unica cosa che giudicherò sarà sempre, almeno in primis, il risultato finale, da spettatore, che si predispone a stare al patto narrativo e si aspetta ne valga la pena. Tutto il resto, se viene, viene dopo.

 

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Pietro Agriesti

Coordinatore sezione Attualità

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