
L’economia sociale di mercato
E’ una dottrina che considera il mercato di libero scambio privo, o con pochissimo intervento statale, incapace di distribuire e diffondere prosperità. Questa dottrina può spianare la strada al capitalismo relazionale in cui l’imprenditore cerca (e di conseguenza compensa) l’amicizia del politico per ottenere leggi a suo favore o a favore della sua categoria.
Tipicamente questi favori sono leggi che lo proteggono dalla concorrenza o gli garantiscono certi privilegi che ai nuovi venuti desiderosi di entrare in un certo settore che presenta poca concorrenza e quindi profitti elevati, sarebbero negati. L’economia tedesca, quella svedese, norvegese o danese, sono ottimi esempi di economia sociale di mercato che molti latini ammirano per via delle realizzazioni pubbliche di alta qualità, basta passeggiare per le strade di questi paesi per rendersi conto dell’alto livello delle realizzazioni compiute dalla mano pubblica.
Il motivo di questa qualità non sta nella dottrina sociale di mercato regolato dallo Stato, sta nell’alta qualità morale dei funzionari pubblici. Tralasciando il fatto che l’economia sociale di mercato sta diventando sempre più costosa da finanziare, essa dà buona prova di sè se il ceto politico, amministrativo e burocratico è passabilmente onesto, competente e votato al servizio dei cittadini.
L’economia sociale di mercato semplicemente l’Italia non se la può permettere perche sarebbe fonte, anzi lo è stata e continua ad esserlo, di immensi danni economici. La bassa qualità morale del ceto politico abbassa quella del ceto imprenditoriale specie in tema di grandi imprese dove ci sono in ballo interessi molto corposi.
Quindi l’unico sistema che può migliorare la nostra situazione (e che perciò mai adotteremo) è un libero mercato con pochissime e ferree leggi che rispettino i diritti di proprietà, in prima fila quello di non farsi spremere il reddito di lavoro e di impresa da una tassazione da satrapia orientale, e le libertà economiche di impresa più estese possibili.
Sfortunatamente l’opinione pubblica italiana chiede esattamente l’opposto, più politica, più intervento statale, più parificazione fiscale al rialzo. Nonostante il fatto che ben oltre il 50% della ricchezza (sempre più striminzita) che l’economia produttiva riesce ancora a generare sia intermediato, cioè deve passare dalle manacce della politica.
L’economia sociale di mercato è un sistema che non ci mette al riparo dai mascalzoni, anzi gli conferisce un potere immenso
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by Mauro Gargaglione
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