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L’egemonia Dem sui media americani parte da lontano

L’egemonia Dem sui media americani parte da lontano

Riflettendo sull’egemonia assoluta dei Democratici sui media americani: risale almeno agli anni di Kennedy (1960-63) e da allora spara fango su ogni singolo presidente o candidato presidente repubblicano. I media hanno delegittimato Goldwater, che avrebbe dovuto correre contro Kennedy e poi ha fatto invece campagna contro Johnson, a causa dell’omicidio del presidente a Dallas. Goldwater, laico e liberale, è tuttora ricordato come “razzista” e “guerrafondaio”, a causa della feroce campagna mediatica contro di lui. Non vinse le elezioni e si risparmiò 4 anni di gogna mediatica. Questa invece toccò a Nixon che divenne addirittura sinonimo della corruzione del potere. Nixon venne letteralmente linciato per una guerra (Vietnam) che non aveva iniziato, ma che, anzi, provò a portare a termine nel migliore dei modi. E venne letteralmente spodestato dai media, che furono gli autori di due colpi straordinari al suo potere, quali i Pentagon Papers (diffusione di segreti militari sui bombardamenti in Cambogia) e poi definitivamente con lo scandalo Watergate (spionaggio politico ai danni dei Democratici) che portò all’impeachment. Dopo Nixon, i media non riuscirono a detronizzare Reagan. Ma ci provarono in tutti i modi con la delegittimazione personale (“è solo un attore”, “è malato”, “è un fanatico religioso”), politica (“vuole la guerra nucleare”, “distruggerà il mondo”, “la sua è voodoo economics”, “è nemico dei poveri”) e giudiziaria (lo scandalo Iran-Contras). Nonostante i media, fu il presidente finora più amato dagli americani in tempi recenti, ma chiunque lo studi attraverso gli archivi dei quotidiani, lo crederebbe un mostro. Bush (padre), che pure era un moderato centrista, venne accusato di essere un falco imperialista, petroliere in conflitto di interessi, esponente del complesso militar-industriale. Suo figlio… non c’è neanche bisogno di parlarne. Nell’era di Internet ogni giorno, ogni ora, era un attacco continuo al presidente, paragonato a una scimmia, considerato un alcolizzato. Sono stati realizzati documentari, film, libri, contro la sua persona e la sua amministrazione. I suoi uomini, Cheney, Rumsfeld, Rove, paragonati a criminali nazisti. La corrente politica che lo sosteneva, almeno dal 2002, quella dei neocon, è stata paragonata a una cupola mafiosa-esoterica. Sulla sua amministrazione, i media hanno creato un’immagine da film horror, fatta di trame oscure, iniziazioni macabre, obiettivi deliranti. I media hanno iniziato a creare campagne di contro-informazione e vera disinformazione anche per i due candidati successivi: contro McCain e soprattutto contro la sua vice Sarah Palin, poi erano pronti a creare una mitologia negativa contro i mormoni e la destra religiosa alla candidatura di Mitt Romney. Infine hanno avuto modo di sfogarsi con Trump. Pensateci bene quando dite: “eh ma Trump, come si fa a difenderlo”. Chiunque viene massacrato, basta che non sia dalla parte “giusta”. Certo con Trump, i media hanno fatto un passo in più: hanno vinto loro le elezioni, arrivando anche a togliergli la parola e proclamando un vincitore democratico in anticipo.

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Giornalista, saggista. Laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Pavia.

Una volta che si è tolta la verità all’uomo, è pura illusione pretender di renderlo libero. Verità e libertà, infatti o si congiungono insieme o insieme miseramente periscono. (San Giovanni Paolo II)

Stefano Magni

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