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L’individuo non è sacrificabile in nome del bene sociale

Il messaggio passato in questi mesi è che; la colpa della, presunta, pandemia, sarebbe da attribuire ai singoli comportamenti individuali, i quali vanno normati e limitati (se volete farmi incazzare, scrivetelo, che vi infamo).
Da questo assioma, lo stato, anzi gli stati, si arrogano il diritto di determinare quali comportamenti siano giusti e quali siano sbagliati (terribile).
L’accettazione da parte delle masse, di tale ingerenza, privazione e discriminazione nel merito, delle libertà individuali universali, che dovrebbero essere sacre ed inviolabili, è stata pressoché totale, in nome del bene comune, dimentichi che non può esistere bene comune a prescindere dalla libertà individuale.
L’equazione; maggior benessere sociale sta a minor libertà individuale, ha storicamente e immancabilmente dato risultato errato.
Per capire da che parte stare non serve essere biologi, medici, fisici o scienziati, perché non è nel merito della singola questione che dobbiamo pronunciarci, ma serve avere chiari i principi universali.
La libertà individuale è un principio universale e in quanto tale non può essere subordinata per decreto ministeriale o ad altri diritti universali.
Sono convinto che, la maggioranza di chi legge, è in cerca di obiezioni e di eccezioni, a salvaguardia dell’interesse pubblico, ritenuto erroneamente, ancora oggi, superiore alla salvaguardia dei diritti individuali.
Credere che l’individuo sia sacrificabile in nome del bene sociale, è stato il vero motivo della possibilità all’affermarsi dei fascismi e dei comunismi, nel secolo scorso.
L’alibi era il medesimo:
“il fine giustifica i mezzi”, e improvvisamente l’individuo diviene essere irrilevante e sacrificabile.
I dissidenti vengono isolati, rinchiusi e infine giustiziati.
Questo è quanto, tant’èche iniziamo a sentir parlare di parchi, dove rinchiudere chi pensa diversamente, definendoli negazionisti malati di mente (dementi).
Non c’è un epilogo differente all’accettazione dalla soppressione del libero arbitrio, tranne che l’instaurazione di un regime che avrà il compito di determinare chi è buono e chi cattivo, con risultati criminali, perché lo stato non è etico a prescindere, lo stato non è una divinità astratta. Lo stato è fatto di uomini che vanno limitati nei loro deliri di onnipotenza ed è il motivo per il quale negli USA, esiste il secondo emendamento.

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Imprenditore, appassionato di economia austriaca.

Alessandro Prignacchi

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