Sono sempre le stesse argomentazioni ci vogliono le regioni sopra comuni e province, lo stato centrale nazionale sopra le regioni, l’Europa sopra le nazioni, e così via.. è sempre esattamente lo stesso discorso, una noia mortale. D’altronde Draghi è un banchiere centrale.
La verità che non comprende chi invoca il ritorno dello Stato forte, è che se oggi vede uno stato che gli appare debole, confuso, inefficiente, iper burocratico, sprecone, non è perché la politica e lo Stato si sono ritirati e hanno ceduto il passo al privato e al mercato, ma perché più lo Stato, la politica e la burocrazia crescono, più diventano inefficienti, confusi, contraddittori, incapaci. È troppo per funzionare.
Troppe tasse, troppa spesa, troppo debito, ma anche troppe leggi, regole e norme, troppe persone, troppi dipartimenti, troppe complicazioni e contraddizioni. Sono anni che per es. lo Stato stesso non rispetta più la sua stessa legalità. Che produce norme a vuoto. Che produce leggi impossibili che non fa rispettare. Regolamenti attuativi surreali che nessuno caga. Provvedimenti contraddittori con quelli esistenti. Già nel 1997 Ainis scriveva “La legge oscura”. Anselme Bellegarrigue invece diceva che anarchia è ordine e il governo è guerra civile..
Ma questo non significa affatto che crescendo e diventano sempre più confuso e inefficiente lo Stato si dissolva o scompaia. Il massimo della confusione, dell’inefficienza, della surrealtà si ebbe in Unione Sovietica, non esattamente un paradiso libertario, raggiunto per auto dissoluzione dello Stato… a meno che si intenda guardare ancora oltre, al crollo dell’Unione sovietica, alle repubbliche ex sovietiche, Estonia, Lettonia, Lituania, Georgia.. che effettivamente sono oggi spesso molto più liberali dei grandi Stati europei. Li si lo Stato non c’è per molti versi. Allora il percorso diventa lo Stato cresce, crescendo a un certo punto fallisce e crolla, il crollo libera territori che diventano indipendenti e segnati da quel che hanno subito imboccano una via meno statalista
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