
Marco Travaglio non sa disegnare

Siete mai andati a fare una camminata in montagna?
Vi hanno mai trascinato in quelle scarpinate senza scopo, pellegrinaggi senza speranza con destinazione dei posti senza Dio?
Vi siete mai pentiti di esserci andati, di chiedervi: “Ma non potevo dire di no? Ma non potevo trovare una scusa? Ma non potevo farmi i cazzi miei? Ma non potevo restare a casa mia a riguardarmi per l’ottava volta le repliche di Criminal Minds?”
Vi è mai capitato? A me sì.
Ma l’uomo è un animale che si adatta a tutto, e la persona citata nel titolo ne è uno degli esempi, ma adesso ci arriviamo.
Per cercare di rendere meno noiose le mie scampagnate obbligate da parenti/amici, quand’ero bambino mi portavo dietro un blocco di fogli e mappavo tutte le stradine e i sentierini che percorrevo, dando un nome a ogni singolo posto. Che fosse un albero, un fosso, una pozzanghera fetida, un prato fiorito, un formicaio, un cartello stradale vandalizzato con delle svastiche, veicoli in fiamme, valigette con i soldi della droga seppellite nella foresta, oppure più spesso ranocchie spiaccicate dalle ruote di un autocarro, ogni cosa in cui mi imbattevo veniva diligentemente registrata.
Ma nella vita non è facile essere coerenti.
Dare un barlume di senso alla mappa che stavo disegnando un pezzettino per volta non era affatto semplice, e il risultato spesso era anche guardabile, ma senza proporzioni, senza una logica dimensionale. Certo avevo 7 anni, il problema è che Marco Travaglio ne ha 56, e qui arriviamo al punto.
Dopo mesi e mesi a sostenere ogni singola mossa del governo, dopo aver fatto pubblicare libri dove si dava del cazzaro a chiunque paventasse anche solo una progressiva e timida riapertura delle attività per non lasciar morire l’economia, dopo mesi di terrore psicologico, una volta che Conte sembra rinsavire, distanziandosi (di appena un metro e mezzo) da posizioni estreme di altri ministri o dallo stesso comitato tecnico scientifico, dicendo giustamente che eviterà in ogni modo un nuovo lockdown e che la situazione non è la stessa di marzo (buongiorno stellina), presentando urbi et orbi un nuovo dpcm più innocuo delle aspettative, ecco che subito il Fatto Quotidiano si ri-allinea sulla nuova posizione, si riposiziona subito in una nuova zona di comfort, “basta allarmismi” ecc ecc.
Per carità, un giornalista intelligente ed esperto sa farsi concavo e convesso, acuto e ottuso, a seconda delle necessità, senza nemmeno dare troppo nell’occhio, e anche questa volta pochi glielo faranno notare.
Travaglio è indubbiamente abile in questo, lui stesso si è sempre vantato di essere un giornalista coerente, di non essere un lecchino e di non aver mai fatto scelte di puro interesse.
Ma mi dispiace, io non me la bevo. Basterebbe davvero guardare le prime pagine del suo giornale in sequenza per rendersi conto che il disegnino, per quanto colorato bene, è guardabile certo, ma senza proporzioni, senza una logica dimensionale, senza la benchè minima coerenza.
Scusami Marco, diamoci del tu, prima dici che sarebbe utile avere di nuovo il bollettino giornaliero con il capo della Protezione Civile che incute un po’ di sano terrore nel popolino, mediante numeri e statistiche che come è stato appurato lasciano il tempo che trovano, e poi dici “basta allarmismi”, a seconda di che aria tira nella testa di Saul Goodman?
Caro Marco, magari papà Giuseppe ti avrà anche comprato un bel set di pastelli a cera, ma non sei capace neanche di riempire gli spazi bianchi, i buchi di coerenza, le arrampicate sugli specchi che manco Miles Morales al terzo negroni.
In altre parole, i tuoi “disegni” sono come i panini del McDonald, piacciono a molti, ma fanno veramente cagare.
Consiglio: una camminata in montagna in solitudine (senza mascherina), a respirare a pieni polmoni un po’ di sana aria pulita. Prova a dare un nome a ogni strada, magari non usando i nomi di quelli che ti hanno denunciato per diffamazione, sennò non finisci più. Esplora posti dove non sei mai stato, esci dalla tua zona di comfort.
E se trovi una carcassa di un ranocchio spiaccicato da un’auto, cerca di non essere troppo schifato, ma guardalo con rispetto.
Perchè non tutti gli animali su questa terra sanno sopravvivere bene come te.
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