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No war

Visto che il clima politico, sanitario ed economico si sta surriscaldando oltre le soglie di sicurezza, io sottoscritto Stefano Magni, dichiaro che NON HO VOGLIA di combattere una guerra civile. Questo, non tanto perché è brutto combattere contro un nemico, con la certezza di provare a uccidere e il rischio di essere uccisi, ma perché nelle guerre civili, in tutte le guerre civili, si passa gran parte del tempo a combattere contro gli amici. Dunque, contro quelli che “non sono abbastanza” dalla tua parte, quelli che “sono sospetti”, quelli che non sono allineati al capo della tua fazione (soprattutto quando quest’ultimo cambia idee ogni momento), quelli che “non hanno le palle di…”, quelli che “ascolta la musica del nemico” o “gioisce per le vittorie della squadra del nemico”, quelli che “non vogliono sottoporsi a prove di iniziazione” che magari includono l’uccisione di amici, parenti o anche i propri animali domestici, quelli che aprono il negozio “quando non lo devono aprire” o lo chiudono “quando non lo devono chiudere”. Ecco, sono queste le persone che spesso ci lasciano la pelle nelle guerre civili, ammazzati dalle proprie fazioni, per ordine dei loro capi. Quindi, tutti voi che fate sogni di gloria, di combattere sulle barricate come nelle iconografie rivoluzionarie dell’800, sappiate che questa è la realtà che vi aspetta. E non sono dei vostri. Riforme sempre, rivoluzione e guerre civili mai. Abbiamo già dato e perduto.

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by Stefano Magni

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Giornalista, saggista. Laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Pavia.

Una volta che si è tolta la verità all’uomo, è pura illusione pretender di renderlo libero. Verità e libertà, infatti o si congiungono insieme o insieme miseramente periscono. (San Giovanni Paolo II)

Stefano Magni

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