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Ragionare chiaro

Ragionare chiaro

Nel nostro paese la scarsa dimestichezza con le materie scientifiche ha una importante gravissima conseguenza: l’incapacità di ragionare chiaro, di usare gli strumenti della logica.

I nostri concittadini stano paurosamente regredendo in questa capacità, al punto da confondere logica con ideologia, scienza con falsa scienza.
Il risultato? L’esposizione alla facile manipolazione da parte della politica e dei media

Avevo già scritto un post in cui affermavo che la seguente affermazione è illogica:
“Senza lock down in italia ci sarebbero stati 500.000 morti.”

In particolare avevo affermato che
1) quello che non è successo non è reale, solo quello che è successo lo è; ciò è tanto più vero se quello che non è successo non ha prevedibilità statistica
2) se è difficile valutare le conseguenze reali di una azione è quasi impossibile conoscere le conseguenze irreali di una non azione.

Al che qualcuno ha risposto così: “Quindi se io decido di non buttarmi dal quinto piano non è realistico pensare che se lo avessi fatto sarei morto?”

Questo ragionamento nasconde una mancanza di comprensione della logica.
Dire “se accade A, allora segue B”, non è la stessa cosa che dire “se non accade A, allora non accade B”. Nel caso in esame, dire “se mi butto, muoio”, non è equivalente a dire “se non mi butto, mi salvo”. Potrei morie lo stesso, magari di malattia, oppure potrei morire lo stesso di caduta, qualora fosse un altro a spingermi.

La logica è importante a individuare i nessi di causa ed effetto tra eventi. Nella realtà poi tali nessi causali difficilmente sono deterministici, quasi sempre sono solo probabilistici. Spesso poi tali nessi non esistono proprio, ma siamo noi che pensiamo che esistano e vediamo dipendenze in eventi che si verificano insieme anche se essi sono totalmente indipendenti. A volte addirittura si confonde la causa con l’effetto.

Alla persona che ha fatto l’esempio del salto dal quinto piano ho replicato che: 1.c’è una relazione di causa effetto praticamente certa tra buttarsi dal quinto piano e morire. Buttarsi determina la morte. Per cui sarebbe come dire che se non mi butto ho “salvato” la mia vita. Al contrario quello che si può dire è che se mi butto mi uccido. Un parallelo con la situazione covid sarebbe tra “iniettarsi il covid” e poi “morire di covid” , e sarebbe comunque un parallelo sbagliato perche in questo caso la relazione di causa effetto sarebbe probabilistica con una probabilità vicina all’1%. La frase sarebbe comunque grottesca. “Se non mi inietto il covid, mi salvo la vita per morte da covid.”
2. In questo caso l’azione viene fatta per evitare un evento, non per determinarlo. Per potersi attribuire un merito specifico in questa situazione devono esserci due condizioni concomitanti a) l’evento nefasto è ragionevolmente certo. Ad es. Si sono fermati i motori dell’aereo e se non faccio nulla c’è una probabilità altissima che moriranno tutti i 200 passeggeri. b) la mia reazione ha una relazione di causa effetto certa nell’evitare l’esito. Ad esempio “eseguo una procedura di emergenza per riaccendere i motori”. Tale relazione non ci sarebbe se ad esempio la mia reazione fosse stata quella di “rassicurare i passeggeri”.
Se esistono contemporaneamente le condizioni a) e b), posso dire che la mia azione evita un risultato nefasto. Nell’esempio, posso dire che “poiché ho effettuato una procedura di emergenza che ha fatto riaccendere i motori, ho salvato 200 persone (che altrimenti sarebbero senz’altro morte) “. Nella stessa situazione non posso invece dire che “poiché ho rassicurato i passeggeri e l’aereo è riuscito ad atterrare perché i motori si sono riaccesi da soli, ho salvato 400 persone (le 200 a bordo che non sono morte più altre 200 che presumibilmente sarebbero morte a terra per lo schianto.
Non lo posso dire perché non c’è la condizione a), la non accensione dei motori non determina con certezza la morte di 400 persone, caso mai di 200. E non c’è la condizione b); il mio rassicurare le persone non ha una relazione di causa effetto con la riaccensione dei motori.
Dire “senza il lock down ho salvato 500mila persone” è pertanto senza senso, perché non sussiste la condizione a), la morte di 500mila persone in caso di mia inazione non è un evento certo. E non sussiste la condizione b), il lock down non ha una relazione diretta e certa con l’evitare l’evento nefasto paventato.

A questa spiegazione mi sono sentito rispondere “ideologia portami via. Supercazzola degna di Tognazzi.”

Ecco, questa mancanza di pensiero razionale è una dei grandi problemi attuali del nostro paese.

La Teiera Celeste

La teiera di Russell, chiamata anche teiera celeste, è una metafora ideata dal filosofo Bertrand Russell per confutare l’idea che spetti allo scettico, anziché a chi le propone, l’onere della prova in merito ad affermazioni non falsificabili, in particolare in ambito religioso.

by Autori Vari

Studia Philosophy and literature presso Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

 

Riccardo Canaletti

Coordina la sezione Filosofia

About The Author

Aurelio Mustacciuoli

Aurelio Mustacciuoli: ingegnere, imprenditore, pilota. Ha scritto il libro "La Teoria della Forza Guardiana", studioso di liberalismo e della Scuola Austriaca di Economia. Ha fondato l’associazione "Italian Civil Liberties Union" e il blog "The Liberty Plus" su cui cura la rubrica "Enemy of the State"

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