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Requiem. Ci mancherai, Borghi

Nella notte nera delle vecchie nere viene improvvisamente a mancare, nella disattenzione generale (è tutto nero, buio e impestato) viene a mancare l’unico vero genio, seppur misconosciuto. Ma non a noi, che sappiamo che nulla è come appare nella scatola dove il gatto è sia vivo che morto.

Parliamo di Borghi, si. E del miniato, che noi amiamo chiamare Borlengo.

Vincendo una naturale ritrosia abbiamo dato un’occhiata alla proposta ormai dimenticata, quella del Borlengo/minibot come moneta priva di corso legale e quindi di mercato e quindi libertaria per definizione.

Intanto spazziamo il campo dalle idee sbagliate: non è detto che la stampa di moneta sia negativa. Fosse così il mondo ideale sarebbe senza moneta. La moneta dev’essere emessa nella quantità richiesta dall’economia, per quel che serve agli scambi.
Il mercato, in ogni momento, grazie agli scambi volontari, fissa il valore della moneta e determina di conseguenza la quantità giusta di moneta, quella che mantiene il valore stabile. Vogliamo essere precisi precisi: la quantità di moneta non è rilevante: in un mercato, quindi con la libertà di scelta, il valore del circolante sarà esattamente quello che determina l’incontro tra la domanda l’offerta. C’è eccesso? calerà il prezzo. Manca? il prezzo salirà così adeguandosi alla insufficiente offerta.
La domanda di denaro, infatti, non è di cartamoneta, di cui non sappiamo cosa fare, ma del potere d’acquisto che questa carta colorata contiene. Nessuno vuole banconote per il fatto che sono banconote; le vuole perché sono potere d’acquisto. Il totale del potere d’acquisto non dipende dalla quantità di carta circolante ma dalla quantità di beni disponibili sul mercato e dal valore complessivo di questi beni, definito dalla somma delle preferenze individuali per l’acquisto di tali beni. 

Questo oggi non avviene per le monete. L’Euro, come tutte le altre, ha un valore che è determinato artificialmente dalla banca centrale che determina la quantità di moneta in circolazione ed il tasso di interesse al quale viene data alle banche. Manovrando questi due fattori il valore della moneta viene condizionato fuori dalla logica di mercato. Lo stato definisce il corso legale di una moneta e quindi obbliga i suoi cittadini ad accettarla in pagamento di un debito. Dando un pezzo di carta con scritto 50 ho estinto il mio debito di 50 Euro, indipendentemente dal valore che do a questi pezzi di carta.

Il Borlengo non è obbligatorio accettarlo. Lo prendo solo se voglio.
Se una banconota posso prenderla o non prenderla la prenderò solo se il valore che le attribuisce colui che me la cede corrisponde al valore che le attribuisco io. Si chiama mercato.
Nella contrattazione si definisce il valore della moneta in confronto al bene che viene scambiato. Mercato.

Il Borlengo, essendo privo di corso legale, è moneta di mercato. Non essendo convertibile in suo valore è determinato unicamente dalle preferenze individuali dei due soggetti che la scambiano. Primo fatto rilevante..

Il secondo è questo: free-banking? 
E’ che le banche possano emettere moneta. Se io sono una grande azienda e decido di pagare i fornitori con moneta emessa da quella banca tu, fornitore, ti accomodi e l’accetti. Non occorre spiegare il Libra di Facebook. Come lo stato potrebbe stampare Borlenghi, moneta, lo ricordiamo, priva di corso legale, così domani Zuck potrà stampare Libra. Non c’è quasi alcuna differenza tra i due pezzi di carta. Anche i buoni pasto alla fin fine non sono tanto diversi. Tutte monete e prive di corso legale. Danaro che non è obbligatorio per legge accettare.

Dissolvendo il monopolio del valore monetario, introducendo una moneta di mercato, la conseguenza inintenzionale del Borlengo è contribuire alla dissoluzione dello stato. E’ un passo verso la direzione giusta. Perché il monopolio dell’emissione della moneta è il primo dei monopoli. Di fatto, senza monopolio lo stato cessa di esistere in quanto tale.

E l’altra?
L’ultimo è una nota di colore: la banconota da 500 Borlenghi.
Mentre l’espansione monetaria di questi anni è andata tutta banche e non all’economia reale, Borghi voleva che i Borlenghi fossero banconote e anche in bei tagli da 500, quelli che fanno gioia nel portafogli e vanno bene per pagare i lavori di casa, l’idraulico e il muratore.

Ci mancherai, adesso che sarà il Banchiere ad avere cura di te.

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4 Comments

  1. Catch22

    L’articolo sembra equivocare la natura della moneta.
    La moneta non è un bene che si scambia nel mercato.
    La moneta “é” il mercato.
    Senza il quale, non si scambia nessun bene.

    Reply
    • Roberto Bolzan

      Secondo la scuola austriaca la moneta è precisamente un bene qualsiasi che a un dato momento assume il valore di unità di scambio universale, vale a dire di rappresentare l’unico di conto di tutte le merci scambiate.
      Per questo molti dicono che Bitcoin non è una moneta, perché PRIMA di diventare moneta avrebbe dovuto essere una merce.
      Polanyi sostiene invece che moneta, terra e lavoro non sono merci.
      Io mi sono ispirato molto alla Denazionalizzaizone della moneta di Hayek, dove si parla esplicitamente di free banking.

      Reply
      • Catch22

        Devi prendere Hayek come filosofo politico, più che economista. Il suo brevissimo saggio sulla denazionalizzazione contiene un sacco di errori. Infatti Hayek, dopo averlo pubblicato, non si è più occupato del tema.
        La moneta non è un bene. È un patto, un convenzione. E il mercato, infatti, altro non è che “un sistema giuridico”, cirando Boem Bawerk.
        Prima di parlare di “scuola austriaca” dovresti però prima ascoltare questo https://m.youtube.com/watch?v=2p_z9kN1QXw

        Reply
        • Roberto Bolzan

          Quali errori?

          Reply

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