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Sono un anarchico conservatore, o forse solo un frikkettone

Sono un anarchico conservatore, o forse solo un frikkettone

La recensione sul mio L’eguaglianza libertaria (versione in inglese) pubblicata dal C4SS afferma essere io un left-libertarian, ossia un libertario di sinistra con un passato anarco-capitalista.
In realtà ero già di sinistra prima di essere anarco-capitalista, anche se il mio amico Davide Leonardi afferma che, in realtà, anche l’an-cap è una dottrina di sinistra (infatti lui la ha abbandonata proprio per questo, dato che Davide non vuole ammettere di essere anche lui di sinistra, del resto abbiamo votato entrambi Meloni, cosa della quale sapevo già che mi sarei pentito, nel senso che oggi confermerei il mio tradizionale astensionismo, a meno che il Partito Libertario non trovi accordi con qualcuno, ad esempio sul demanio).
Orbene, io sono moltissimo di sinistra sui temi economici, anche se sempre in chiave NON STATALISTA, il che comunque non è agevole, nel senso che devi strutturare il mercato nel senso che dia esititi tendenzialmente egualitari, anche se non totalmente egualitari, il che è incompatibile con la libertà (Nozick lo disse con precisione: la libertà sconvolge i modelli),
Non mi è poi però tanto difficile raggiungere questo risultato, ossia valorizzando a vantaggio di tutti, e non del solo Della Valle, il demanio come capitale comune, e ammettendo il completo libero conio contro il monopolio e oligopolio bancario.
Classica linea proudhoniana, tuckeriana e spooneriana sulla moneta, con spruzzatine critiche di warrenismo (sto facendo riferimento ad autori del XIX secolo).
Invece, dal punto di vista più generale, mi sento molto meno di sinistra, dato che la sinistra ufficiale e istituzionalizzata ha raggiunto dei vertici di conformismo e di idiotismo difficilmente attingibili da noi persone comuni (si pensi che Letta ha fatto la campagna elettorale contro il fascismo e per i matrimoni gay, praticamente uno che viene da Saturno senza contatti con il mondo reale).
Io sono più per lo scetticismo conservatore, che ho preso dal montanellismo di mia mamma, degli apoti, di quelli che non la bevono, che non si bevono le cazzate del politicamente corretto e affini.
Noi della compagnia degli apoti siamo del resto quelli che leggevano “Il Borghese”, che nel suo primo numero pubblicò un saggio sull’anarchismo classico: infatti noi siamo degli “anarchici conservatori”, come Prezzolini, Longanesi, Montanelli e questa gente qua.
Sto scherzando, io sono un frkkettone, altrimenti non parlerei con Dio da sobrio.

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