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Storie di ignoranza economica: i deflazionisti

Ebbene sì, nonostante la monumentale stampa di denaro vista sinora e la percezione da parte degli individui riguardo le spese giornaliere, ci sono opinionisti e giornali che parlano di deflazione. Non importa anche se l’indice dei prezzi al consumo non ha visto una discesa negli ultimi 25 anni (ma anche di più), no, ciò che conta è una variazione mensile che viene rappresentata come un modello per l’intera società. I deflazionisti non comprendono questi fatti cruciali:

  1. La BCE ha il pieno controllo su M1 (es. IOER);
  2. La BCE ha scelto di imitare gli USA post-Lehman, i quali hanno imitato il Giappone post-1990;
  3. Gli USA non hanno avuto un anno, sin dal 1955, in cui i prezzi al consumo sono scesi generalmente e sistematicamente (stesso discorso per il Giappone, nessuna deflazione dei prezzi sistematica e cumulativa);
  4. L’esperienza della Grande Depressione ebbe luogo perché vennero lasciate fallire oltre 9.000 piccole/medie banche;
  5. Lo zio Sam approvò il FDIC nel 1934;
  6. Non esiste una exit strategy credibile per permettere un abbandono del QE.
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I deflazionisti sostengono che la BCE non sia in grado di fermare la deflazione dei prezzi. Questa è una tesi totalmente assurda. Ha seguito le impronte della FED che ha progettato il sistema attuale quando ha salvato Fannie Mae e Freddie Mac, le grandi banche e relegato l’inflazione dei prezzi principalmente nel circuito finanziario. Tutto ciò è stato deliberatamente pianificato con la decisione delle banche centrali di pagare interessi sulle riserve in eccesso.

La FED, come la BCE, non stanno a guardare impotenti mentre le “forze della deflazione” travolgono le loro politiche. È tutta farina del loro sacco. La tesi dei deflazionisti è illogica perché nega ciò che tutte le scuole di economia hanno sostenuto: il sistema bancario centrale può controllare l’offerta di moneta attraverso il suo bilancio fintanto che non c’è un fallimento delle banche commerciali. Ecco a cosa servì il FDIC nel 1934.

La BCE potrebbe ad un certo punto ritirarsi dall’orlo iperinflazionistico e stabilizzare l’offerta di denaro, innescando così la Grande Depressione 2. Non avrà altra scelta. L’alternativa è la rottura della divisione del lavoro. Ma anche questa sarà una linea di politica deliberata. Chiunque sostenga che una banca centrale non può creare iperinflazione in qualsiasi momento è un ignorante economico. Potrebbe essere un guru ampiamente conosciuto, potrebbe essere un giornale ampiamente letto, potrebbe usare un gergo tecnico e presentare un mucchio di formule che né esso né noi capiamo, ma non saprebbe di cosa sta parlando.

IL VERO MALATO È IL SISTEMA BANCARIO EUROPEO

A quanto pare si ignora volontariamente il fatto che il sistema bancario commerciale mondiale e più in generale quello finanziario sono interconnessi e data la confusione nell’accounting dei bilanci, a causa soprattutto dell’ingegneria finanziaria degli ultimi dieci anni in particolari che ha dato vita a vere e proprie bombe a orologeria finanziaria, il fallimento di una banca in Giappone può rappresentare un guaio per una banca italiana

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Accademico della Scuola Austriaca d’economia, blogger, scrittore, studioso di liberalismo. E’ stato varie volte relatore in conferenze e ospite in trasmissioni radiofoniche. Nel 2012 partecipa alla fondazione dell’Associazione Von Mises Italia di cui è responsabile editoriale. Dal 2018 è community manager per il progetto Melis Wallet e nello stesso anno è entrato a far parte del Comitato Scientifico della Bcademy.

Francesco Simoncelli

Coordinatore sezione Economia e Finanza

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