
Sui beni rifugio
Spesso sentiamo parlare di beni rifugio. Ma cosa è veramente un bene rifugio? Su Wikipedia si trova:
“Un bene rifugio è un bene che ha un valore intrinseco, “reale” e che tende a non perdere valore a seguito di un incremento del livello generale dei prezzi.”
Questa definizione può confondere, si parla di “valore intrinseco”, come se il valore fosse una proprietà di un oggetto (e dalla teoria soggettiva del valore sappiamo che non è così – si veda il mio articolo “Un pianeta tutto d’oro”), inoltre non fa capire la natura di bene rifugio, sembra quasi sia un oggetto magico capace di non perdere valore quando tutti i prezzi aumentano. Ma come può farlo?
A mio avviso, una più corretta definizione di bene rifugio è quella che si basa sulla sua caratteristica fondamentale, ovvero:
un bene rifugio è potere di acquisto stabile nel tempo e prontamente utilizzabile.
Un bene rifugio è tale perché può essere scambiato senza difficoltà con una quantità di beni, costante nel tempo, che realizzano i nostri fini, beni che desideriamo o di cui abbiamo bisogno. E per questo deve essere un bene unanimamente accettato, un bene altamente commerciabile.
I più attenti possono correttamente individuare in ciò la definizione di buona moneta. Eccoci al punto:
un bene rifugio è buona moneta.
Se la moneta fosse in grado di assolvere correttamente il suo ruolo, non avremmo bisogno di beni rifugio, basterebbe conservare moneta.
Il fatto che siano necessari beni rifugio dimostra che il re è nudo, ovvero che la moneta che usiamo non è buona moneta. Non è cioè capace di mantenere potere di acquisto nel tempo.
Ma perché ciò accade? Per un solo motivo, perchè si continua ad aumentare la quantità di moneta in circolazione ed il suo potere di acquisto conseguentemente si riduce. E’ questo che determina l’aumento del livello generale dei prezzi. Non sono i beni che valgono di più (anzi, lo sviluppo tecnologico e la divisione del lavoro comporta la riduzione del prezzo dei beni), è la moneta che vale di meno.
La storia nei secoli ha selezionato l’oro, più di ogni altro bene, come il bene con le caratteristiche tali da renderlo adatto a svolgere il ruolo di buona moneta. E’ gradevole e desiderabile (e quindi altamente accettato), divisibile, scarso per natura (e quindi con alto valore unitario e non inflazionabile), incorruttibile e oggettivamente e univocamente classificabile.
Altri beni sono meno adatti a svolgere il ruolo di bene rifugio. Forse ricorderete la multa inflitta a banche e broker per aver venduto diamanti clienti, capaci, a detta dei venditori, di essere un ottimo bene rifugio. Tale enunciato è stato considerato ingannevole in quanto i diamanti sono risultati essere illiquidi e non capaci di oggettiva valorizzazione. I possessori infatti non riuscivano facilmente a venderli, e quando lo facevano, non ai prezzi di acquisto.
In tempi recenti è il bitcoin che si sta affermando come bene rifugio ideale. Rispetto all’oro ha il vantaggio di poter essere conservato in sicurezza da ciascun possessore e di poter essere scambiato digitalmente. Richiede tuttavia buone capacità informatiche per evitare di perderlo o di incappare in truffe.
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