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Un approccio “analisi di classe” alla questione del semicoltismo.

Proviamo ad applicare i metodi dell’analisi marxista alla questione dei semicolti, ossia in termini di classe.
Noi abbiamo avuto, da Renzi in poi, la capacità della classe dirigente di allearsi con un ceto sociale emergente, ossia quello emerso dalla scolarizzazione di massa, che ha incamerato qualche diplomino e qualche laureetta, ad esempio molti che sono diventati insegnanti, dando un formidabile contributo alla rovina dei cervelli degli studenti delle generazioni successive.
Renzi, in particolare, però si rivolgeva alle professioni “emergenti”: quale è stato il capolavoro culturale della classe dirigente, con l’avallo di legittimazione ad esempio di Umberto Eco?
Quello di creare un blocco storico tra classe dirigente effettiva e classe dirigente wannabe, in nome del comune contrasto all’ignoranza.
Il wannabe si sente così parte della classe dirigente, e infierisce sul popolino per nulla colto, perché così si autoconferma nella propria illusione di essere élite.
Ecco come nasce il progressismo filo-governativo: perché il generico progressista, quello che non paga nessun dazio per esserlo dato che è a la page, e quindi non gli è richiesto alcun anticonformismo che invece era il prezzo da pagare in altri anni per dirsi di sinistra, vede nell’uomo di potere il suo pari, o potenziale pari, uno “dei nostri”, contrapposto al popolino di riferimento del populista.
Ne deriva un atteggiamento di servilismo e piaggeria, di fiducia nel governante in quanto appartenente al “nostro” ceto colto di appartenenza, sicché il progressista si autocolloca in alto e si sente legittimato, come da cosa di sinistra, nello schiacciare l’ignorante del popolino: Umberto Eco gli ha detto che fa bene, e se lo dice Eco….
Quindi fin qui gli schieramenti sono facili: PD e corifei da una parte, populisti e sovranisti dall’altra. Il governo giallo-verde ci fa sperare per un momento che questa narrazione possa essere interrotta, ma si vede subito che la battaglia contro “i burocrati di Bruxelles”, riferimento politico di fondo del wannabe filo-tecnocratico, è totalmente impossibile per evidenza dei rapporti di forza: nemmeno hanno il coraggio di proporre, non dico la moneta parallela, ma nemmeno minibot, nulla che non sia previamente autorizzato dall’Oiropa.
Salvini si mostra non all’altezza della situazione e punta tutto sulla demagogia anti-immigrazione, e farfuglia di pieni poteri: ovviamente viene fatto fuori in un attimo: i Cinquestelle e Conte, rivelandosi soggetti del tutto spregiudicati e disponibili a qualsiasi salto di quaglia di posizione, si alleano col “partito di Bibbiano” e si salda questo nuovo centrosinistra.
A questo punto, però, il semicolto wannabe è spiazzato, perché si ritrova alleato con il bibbitaro che aveva vilipeso sino a un quarto d’ora prima: niente, funziona il meccanismo enciclopedia sovietica, basta sostituire le pagine e smettere di attaccarlo.
Ecco perché dico che il semicolto è morto, sì, farfuglia qualche anarcosardinata sul carattere progressista del lockdown (simbolo della lotta al dio dollaro), ma alla lunga questo lo mette in difficoltà, trattandosi di posizione totalmente suicida.
Pas de problem, è sempre l’Europa la nostra ancora di salvezza: ci dà i soldini, ma non certo per rilanciare la piccola impresa che ha chiuso ed è morta per sempre, ma per finanziare un nuovo piano di capitalismo di Stato.
A questo punto il semicolto ha un piccolo problema di orientamento, perché con il cuore è rimasto ai tempi della pagina dei leccaculo del Foglio “E’ tutta colpa del neoliberismo”, mentre ora deve difendere un sistema appunto di capitalismo di Stato che somiglia un po’ troppo al “socialismo”.
Ma al vertice della Ue ci sono donne, per diana, quindi è pur sempre una sensibilità nuova nel modo di intendere la politica, poi vuoi mettere come la Merkel si rivolge al suo popolo quando chiede qualcosa? Mica come quell’imbecille di Conte che legge l’orario ferroviario delle fermate gialle, arancioni e rosse.
Ecco allora che Conte non piace più, bisogna trovare un’alternativa, magari Draghi, che però è keynesiano, dicono.
Semmai con Conte si farà un’alleanza per battere “le destre”, e al tempo stesso ridimensionare gli antichi rivali demagoghi dei Cinquestelle.
In tutto questo, i radicali si occupano di cannabis light, più di lì non vanno.

Il Negazionista

by Fabio Massimo Nicosia

Avvocato, giurista, scrittore, teorico del diritto e della politica, ha pubblicato diversi volumi e diversi saggi, tanto nel diritto amministrativo, quanto nella filosofia del diritto e della politica.

Fabio Massimo Nicosia

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