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UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ CORROTTA

UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ CORROTTA

Di Mauro Gargaglione

Una società ben strutturata e prospera non può esistere se non esiste una sufficiente fiducia nelle istituzioni considerate “accettabilmente” oneste e rispettose della libertà dei cittadini.

Che si significa “accettabilmente”?

Significa che ci possiamo aspettare delle porcherie ma abbiamo fiducia che queste non rappresentino la regola ma l’eccezione, e che se queste vengono alla luce, i responsabili pagheranno il conto.

Oggi questa fiducia nelle istituzioni è venuta meno. E quindi la società si sta corrompendo.

Ci si è provato con la teoria della divisione dei poteri, dei pesi e contrappesi, con la stampa “cane da guardia” della democrazia, col costituzionalismo, col parlamentarismo. Tutto ciò ha funzionato finché ha funzionato. Cioè finché governanti e governati sentivano che “bisognava” volere che funzionasse. E non è più così.

Si è corrotta la giustizia, il principio di eguaglianza di fronte alla Legge, le regole parlamentari e giuridiche, si è dato un colpo di spugna alla gerarchia delle fonti del diritto, si è invertito l’onere della prova, sei tu che devi dimostrare di essere innocente.

Si è corrotta la scuola, aggredito il risparmio, asservita la stampa, contraffatto il denaro, eliminata la riservatezza delle persone. La proprietà privata è diventata una concessione dello Stato.

Non hai il permesso di disporre pienamente di ciò che è legittimamente tuo, neanche il tuo corpo se il governo decide che devi fare da cavia di laboratorio.

Il famigerato Keynes sapeva bene che sarebbe finita in questo modo quando disse la celebre frase “tanto nel lungo termine saremo tutti morti”. Voleva dire che nessuno dei suoi contemporanei sarebbe stato testimone e vittima del collasso causato dall’intervento dello Stato nell’economia (e quindi nella vita di tutti) che lui teorizzava e che i governanti accolsero con entusiasmo. E così è stato.

Il turno di vittime e testimoni tocca a noi e ai nostri figli.

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