La cosa sorprendente che ancora non capisce la maggior parte delle persone è come la svalutazione monetaria colpisca inevitabilmente coloro che si trovano alla fine della catena di trasmissione della politica monetaria. Non importa che Main Street accumuli riserve di liquidità, la svalutazione è un processo nascosto e pernicioso che deruba più intensamente chi risparmia. Le leggi dell’economia sono apodittiche, questo significa che nonostante i pianificatori centrali possano influenzarle e far credere che le abbiano in qualche modo “abolite”, in realtà innescano un meccanismo di correzione che sarà tanto doloroso tanto quanto il tempo passato a combattere contro l’apodittismo delle leggi economiche.
Quando il denaro non viene generato dal nulla, un individuo che ne viene in possesso ha scambiato qualcosa di utile per esso. Ovvero, qualcosa viene scambiato con qualcosa. Una volta che invece viene creato denaro dal nulla, si va ad inficiare suddetto processo e si scambia qualcosa per niente. Ciò che mette in moto il ciclo boom/bust è l’espansione del credito dal nulla, indipendentemente dallo stato della domanda di denaro. Infatti un aumento di tale domanda non impedisce il danno che infligge ai creatori di ricchezza reale la stampa di denaro dal nulla.
Inutile dirlo, le persone usano il denaro per scambiarlo con merci, quindi ad un certo punto i detentori del denaro fiat creato ex novo lo scambieranno con beni e servizi. Una volta che il denaro fiat creato ex novo viene introdotto nel processo di scambio, indebolisce inevitabilmente i creatori di ricchezza, azzoppando la potenziale crescita economica.
Nel panorama economico attuale ciò che è rallentato è la concessione di credito attraverso il sistema bancario commerciale e non la circolazione monetaria attraverso altri rivoli. La domanda di denaro cresce al crescere delle distorsioni economiche, ma questo è solo il primo dei meccanismi attraverso il quale il dinamismo dei mercati cerca di correggere gli errori economici indotti artificialmente dai pianificatori monetari centrali. Infatti man mano che gli individui si accorgono dell’inutilità dell’accumulo, tenderanno ad abbassare la loro domanda e a spendere di più. Questo processo ha come step finale il crack-up boom misesiano.
La mole di aziende zombi, le elargizioni del welfare state e la spesa pubblica in generale sono diventati i principali protagonisti della trasmissione del denaro creato ex novo dalle banche centrali. È questo è vero soprattutto se andiamo oltre il classico IPC e cerchiamo tra le pieghe dei prezzi relativi. In questo modo scopriamo che il trend è in controtendenza rispetto a quanto ci viene assicurato dai canali ufficiali. Ed è esattamente questo aspetto che, man mano che viene portato ai suoi estremi, spingerà gli attori di mercato a cambiare la loro domanda di denaro. L’ironia in tutta questa storia è che i keynesiani continuano a tirare per la giacchetta le banche centrali, parlando di “trappola di liquidità”, affinché raddoppino i loro sforzi per creare inflazione. Non si rendono conto che le preferenze temporali individuali stanno segnalando disperatamente una cosa, mentre loro sono felici di ignorarle ed alimentare la presunta onnipotenza alla base delle decisioni delle banche centrali.
I tassi reali negativi sono il prodotto dell’inflazione monetaria, che a sua volta produce inflazione dei prezzi, seguita dall’aumento dei tassi d’interesse. Per sfuggire all’inflazione dei prezzi, il sistema bancario centrale deve fare ciò che fece la FED durante la prima metà della presidenza Volcker. Lo farà? Non credo proprio.
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Accademico della Scuola Austriaca d’economia, blogger, scrittore, studioso di liberalismo. E’ stato varie volte relatore in conferenze e ospite in trasmissioni radiofoniche. Nel 2012 partecipa alla fondazione dell’Associazione Von Mises Italia di cui è responsabile editoriale. Dal 2018 è community manager per il progetto Melis Wallet e nello stesso anno è entrato a far parte del Comitato Scientifico della Bcademy.
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